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CONCIMAZIONE ORDINARIA

 

 

Nella concimazione ordinaria o di mantenimento è necessario tener conto, anche per l’olivo, delle caratteristiche biologiche della pianta, delle norme colturali che si seguono, delle condizioni ambientali, con riguardo al terreno e al clima.

L’olivo asporta quantità relativamente notevoli di potassio, assai minori di calcio, di azoto e piccole quantità di anidride fosforica. Secondo Pantanelli, i principi utili asportati da una pianta media nel Barese sono:

 

Notoriamente l’impiego dei concimi non può basarsi sulla semplice resti­tuzione delle quantità di elementi sottratti, poiché questi hanno effetti diversi sulla coltura e subiscono differenti vicende nel terreno.

Bisogna poi regolare la concimazione in rapporto alla tecnica di coltura seguita e soprattutto in base ai criteri di potatura: se questa è abbondante, l’olivo dovrà essere più aiutato per ricostituire la sua chioma nell’anno suc­cessivo.

Nemmeno l’ambiente, clima e terreno, va dimenticato nell’eseguire la con­cimazione. Vi è libertà di scelta dei tipi di fertilizzanti nelle terre dell’Italia centrale che non siano difettose per reazione e composizione; nelle zone aride, invece, è necessaria una certa cautela nell’uso degli azotati (dei quali sono preferibili gli ammoniacali od i cianamidici) e occorre abbondare con i concimi organici.

Nelle terre acide, povere di calcio o molto compatte, riu­scirà utile l’impiego di correttivi o ammendamenti a base di calcio e di tutti i concimi fisiologicamente non acidi.

I concimi organici ordinariamente a disposizione dell’agricoltore sono tutti efficaci per l’olivo.

Ottimo il letame e particolarmente apprezzato il pecorino, che all’oliveto si somministra con la pratica della stabbiatura o stazzatura. Ma occorre, perché le piante ne abbiano il massimo beneficio, che dopo la sosta degli ovini il terreno sia erpicato per favorire l’incorporamento in esso delle deiezioni. Anche il sovescio ha larghissima applicazione negli oliveti ed è assai raccomandabile se non si può ottenere altrimenti la sostanza organica e quando sia fatto con razionalità. Tutti i concimi chimici possono essere impiegati per l’olivo. Occorre soltanto una certa cautela nell’uso della calcio­cianamide, se non è oleata, per evitare che produca l’abbruscatura delle foglie.

Per motivi pratici, può essere consigliabile di procedere ad una concima­zione mista dell’olivo, con i fertilizzanti organici, di norma prodotti nell’azienda, e con quelli chimici, ottenendo una maggiore efficacia a parità di dosi impiegate e di costo. La concimazione mista si fa interrando i due tipi di fertilizzanti nella stessa annata oppure alternandoli in anni successivi. Insomma anche l’olivo si può concimare in uno dei modi già utilizzati per la vite.

Le quantità di letame e di concimi chimici possono variare entro ampi limiti ed i consigli dei diversi Autori vanno adattati alle condizioni vegetative delle piante, alle caratteristiche del terreno, al decorso meteorico, ecc. II Marinucci suggerisce per le concimazioni ordinarie e per ettaro di oliveto con 80-100 piante: 4-5 quintali di perfosfato, 1-1,60 q di solfato ammonico o calciocianamide e 1-1,60 q di solfato potassico.

Il Vivenza dà le seguenti cifre per ettaro e per pianta:

 

 

 

Circa l’epoca adatta per la concimazione, la più consigliabile è la fine d’autunno per tutti quei concimi che contengono elementi utili fissati dal potere assorbente del terreno.

Anche il sovescio dovrebbe essere interrato nel corso dell’inverno o, al più tardi, al suo termine. Buona pratica è quella di sotterrare i concimi approfittando dell’aratura dell’oliveto.

Soltanto i nitrati possono essere sparsi poco avanti la ripresa vegetativa nelle zone piuttosto piovose e fredde; ma in quelle calde, se si usano, bisogna distribuirli anch’essi nell’inverno.

Per favorire la differenziazione delle gemme da fiore è stato consigliato lo spargimento di nitrati 40-60 giorni prima dell’antesi.

Nell’oliveto specializzato piuttosto fitto i fertilizzanti si spargono su tutta La superficie del terreno; se le piante sono distanziate, si localizzano invece in una striscia circolare sottostante alla chioma o, meglio ancora, sconfinante al di fuori della sua proiezione.

Quando invece all’olivo sono consociate fino ai piedi del tronco piante er­bacee, la consociazione dovrebbe tener conto delle esigenze dell’uno e delle altre almeno nello stabilire le dosi da impiegare: ma di solito ci si limita a concimare le erbacee all’epoca per esse più opportuna e all’olivo restano i soli residui non liquidati da quelle colture.

 

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