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GIAMBATTISTA BASILE (1575 – 1632)

 

GIAMBATTISTA BASILE (1575 – 1632)

CUNTO DE LI CUNTI o PENTAMERONE

C’era una volta un re di Vallepelosa, che aveva una figliuola chiamata Zoza, la quale, come fosse nuovo Zoroastro o nuovo Eraclito, mai non si ve­deva ridere…

Il povero padre, non sapendo che cos’altro tentare, per un’ultima prova dié ordine che si aprisse dinanzi alla porta della reggia una grande fontana d’olio, con questo pensiero che la gente, che per quella strada passava in via­vai come formiche, allo schizzar dell’olio, per non ungersi i vestiti, avrebbe fatto salti di grillo, sbalzi di caprio e corse di lepre, scivolando e urtandosi, e a questo modo qualche caso sarebbe nato da eccitare la figliuola a uno scop­pio di riso.

Aperta dunque questa fontana, e stando Zoza alla finestra, così ben com­posta che pareva tutta aceto, venne per avventura una vecchia, che assor­bendo con una spugna l’olio, lo spremeva in un suo orciuolo. E mentre, dan­dosi un gran da fare, eseguiva intenta questa operazione, un diavoletto di paggio della corte tirò un sassolino cosí a segno che, colpito l’orciuolo, lo ri­dusse in frantumi. La vecchia, che non aveva peli sulla lingua, né era usa a portare alcuno in groppa, rivoltasi al paggio, prese a dirgli: “Ah, moccicoso, frasca, merdoso, piscialetto, saltarello di cembalo, falda al culo, cappio d’impiccato, mulo bastardo! Ecco che anche le pulci hanno la tosse! Va’ che possa coglierti il parletico!

Che tua madre ne riceva la mala notizia! Che tu non veda il primo di maggio!

Che ti sia data una lanciata catalana!, o una strozzatura di fune, che non ne scorra sangue! Che ti vengano mille malanni a vele gonfie! Che se ne disperda la semenza, furfante, guitto, figlio di donna ingabellata, mariuolo!”.

Il ragazzo, che aveva poco pelo sulle guance e minor discrezione, senten­dosi cascar addosso questa intemerata coi fiocchi, la ripagò della stessa mo­neta: “Non vuoi turare cotesta chiavica, avola di Parasacco, strega succhia­sangue, soffocabambini, cacapezze, faccia da scoregge?”. La vecchia, al­l’udir queste notizie di casa sua, montò in tanta stizza, che, perdendo la bus­sola della flemma e scapolando dalla stalla della pazienza, alzato il telone dell’apparato, fece vedere la scena boschereccia, nella quale Silvio poteva dire: “Ite svegliando gli occhi col corno”. Al quale spettacolo, Zoza fu pre­sa da un cosí forte impeto di riso, che stette per venir meno.

 

LA VOLPARA

Chi vende l’olio ha questo vizio,

per mostrarti che tel versa a colmo,

e che raggiunge il segno,

calca in dentro, nel fondo, il misurino

e l’alza tanto che gli fa la gobba.

Mischia sempre la semola con l’olio,

ch’abbia corpo e colore;

e tu una schiuma d’oro

vedi, e riempi tutto un bell’orciuolo;

ma poi trovi una feccia,

anzi un miscuglio d’acqua con la morchia,

che, posto alla lucema poverella,

geme, scoreggia, strazia le budella!

 

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