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LETTERATURA SPAGNOLA

 

 

ANTONIO MACHADO (1875 – 1939)

ULIVO DELLA STRADA

Compagno della quercia castigliana

cresciuta in alte terre, solitario

nelle campagne della bassa Cordova

che dettero i cavalli al Romanzero,

lungi dai tuoi fratelli vigilati

dalla prudenza contadina – asciutti

abitanti di poggi e di colline,

da ombra esenti, gravidi di frutti -,

senza carezza di solerte mano

che pulisca i tuoi rami, e per oblio,

vecchio ulivo, dell’ascia boscaioia,

come sei bello eretto presso il rivo

sotto codesto azzurro di cobalto,

come albero silvestre, folto ed alto!…

Ulivo solitario

lungi dall’uliveto, presso il rivo,

ulivo che ospitale

dai la tua ombra a un uomo pensieroso

e a un’acqua trasparente,

sull’orlo della strada che biancheggia,

vegli i tuoi verdi rami, vecchio ulivo,

la dea dalle pupille glauche, Atena.

Cerchi il tuo verde ramo il supplicante

per il tempio d’un dio, albero oscuro;

Demetra ansante posi alla tua ombra

sotto il sole d’estate…

Sotto i tuoi rami un giomo, vecchio ulivo,

voglio il sole d’Omero ricordare…

Sui verdi ulivi in breve

nel piano, poggio, colle e sito alpestre,

bruna diventerà la glauca oliva…

Il frutto, o polveroso della strada

albero sazio della fiamma estiva,

non spremerà la ruota del mulino;

sull’alto ramo aspetterà la festa

dell’allegra tordella, o nel suo becco

lo porterà lo storno giubilante.

Albero sacro brilli tra i tuoi rami,

sotto la luna piena,

la pupilla abbagliata

del gufo insonne della saggia Atena.

Rechi la dea dalla lucente falce

e dall’adusta fronte

materna sete ed ansietà d’urànide

alla tua ombra, ulivo della fonte.

E coi tuoi rami la divina fiamma

accenda in una casa del mio campo,

per dove volge pigramente un fiume,

che tutta la campagna fa sua riva,

prima di far d’un popolo, sua nave verso il mare.

 

GERARDO DIEGO (1896 – 1987)

NON AVER PAURA

Le minute stelle

tutte si spengeranno, ad una ad una.

Una, nuotando in un suo mare d’olio,

veglierà – la più fida – il mio sepolcro.                           (Gino Regini)

  

FEDERICO GARCIA LORCA (1899 – 1936)

IL CANTO DEL MIELE

Il miele è la parola di Cristo,

l’oro colato del suo amore…

Il miele è Ia bucolica lontana

del pastore, la zampogna e l’ulivo,

fratello del latte e delle ghiande,

regine supreme dell’età dell’oro.

 

MADRIGALE D’ESTATE

Stringi la tua bocca rossa con la mia,

Estrella gitana!

Sotto l’oro del sole a mezzogiorno

morderè la mela.

Tra i verdi ulivi del colle

c’è una tone moresca,

che ha il colore della tua carne campestre

che sa d’aurora e miele.

 

PROLOGO

Satana mi ama tanto,

è stato mio compagno

in un esame

di lussuria e il maligno

adescherà Margherita

– me lo ha già proposto –

Ia bruna Margherita,

su uno sfondo di vecchi ulivi,

con due trecce una notte

d’estate,

perché strazi

le sue vergini cosce…

La luce si spegne a poco a poco.

E l’olio divino?

Agonizzano le onde…

o Signore sonnolento!…

Se la tua luce arriverà,

apri gli occhi vivi;

ma se resti

addormentato,

vieni, Satana errante,

sanguinante pellegrino,

portami la bruna

Margherita tra gli ulivi

con le trecce una notte

d’estate,

ed io saprò accenderle

gli occhi pensierosi

con i miei baci macchiati

di gigli.

 

CANZONE ORIENTALE

L’ulivo è la costanza

della forza e del lavoro.

 

INVOCAZIONE ALL’ ALLORO

Nel bosco antico, tutto tenebre,

ognuno mi mostrava la sua anima;

il pino, ebbro d’aroma e suono;

i vecchi ulivi carichi di scienza…

Conosco il tuo incanto senza fine, padre ulivo,

nel darci il sangue che ricavi dalla terra;

come te, estraggo col mio sentimento

l’olio benedetto che ha l’idea.

 

BALLATETTA DEl TRE FIUMI

Guadalquivir, gran fiume,

corre via tra ulivi e aranci…

Ohi, l’amore,

che via fuggì e non venne!…

Porta fiori d’arancio e porta olive,

porta questo ai tuoi mari, Andalusìa!

Ohi, l’amore,

che fuggì via dal cielo!                                         (Gino Regini)

 

LA LOLA

Corre e va l’acqua del rio,

corre via piena di sole:

canta, in mezzo all’uliveto,

canta un passero, per Lola.

Ohi, che amore,

sotto l’arancio in fiore…                                                                    (Gino Regini)

 

CANZONE DI CAVALIERE

Cordova. Sola

e lontana.

 

Cavalla nera, luna

grande: nella bisaccia

un viatico di olive.

Io so tutte le strade:

ma stasera

non entrenemo a Cordova.                                                             (Gino Regini)

 

ALBERE ALBERE

Alberé, Alberé,

secco e verde.

 

La bimba dal dolce viso

raccoglie olive una a una.

Corteggia il vento le torri,

la prende per la cintuna.

Passano quattro a cavallo,

ogni giumenta è andalusa;

vesti di verde e scarlatto

e grande mantella scura.

– O ragazza, vieni a Cordova! –

Non li ascolta la fanciulla.

Passano tre torerini,

sottigliuzzi di cintura,

con panni colore arancia,

d’argento vecchio Ia spada;

– Ragazza, vieni a Siviglia! –

Non li ascolta Ia fanciulla.

E quando si fece viola

la sena in luce diffusa,

passò un giovane recando

rose e mirtilli di luna.

– Ragazza, vieni a Granata! –

Non lo ascolta la fanciulla.

La bimba dal dolce viso

raccoglie olive una a una,

col braccio grigio del vento

avvoltole alla cintura.

 

Alberé, alberé,

secco e verdé.

 

RAFAEL ALBERTI (1902)

UN TEMPO CHIARO PER L’ITALIA

Bella è la patria, sì, bella di ulivi,

santa di vigneti, nobile di pinete,

frutta che canta, for di miele che vola.

 

BLAS DE OTERO (1916- 1979)

PAROLE A RACCOLTA PER ANTONIO MACHADO

Alberi sradicati,

tornerete a brillare

nel sole. Olmi sonori, alti

pioppi, gravi querce,

ulivo di pace,

alberi di una patria arida e triste,

entrate

a piedi nudi nel ruscello chiaro,

fonte serena della libertà.

 

Silenzio.

 

Siviglia piange. Soria

ha il volto grave. Baeza

porge al cielo le sue gole (ricordano

gli ulivi una triste brezza granadina).

 

NOSTALGIA DI TE

La casa.

Tempo perduto. Che sofferenza, mio dio.

Guardatela,

pioppo alto, ulivo nel tormento,

ieri ornata di colore,

oggi gialla

lampada nella penombra del camino.

 

CATALANA

JOSEP SEBASTIA PONS (1886)

CRISTO BIZANTINO

Dentro, nel secreto del grande tempio rosa,

vestito d’oro, in croce, sta il Cristo bizantino.

 

Rimpiange il liscio stagno e l’orto degli ulivi

ove d’amor piangeva e il pozzo d’acque vive

e la Samaritana dal bel vestito azzurro?

 

JOSEP MARIA LOPEZ-PICO (1886 – 1959)

CALMA SUL MARE

Danzan fosforescenze della notte nel cuore,

e il mar si scolorisce al pallido chiarore

come olio nelle lampade di vecchie fattucchiere.

 

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